Poi all’altro capo del mondo, e della città, nel magnifico e neoclassico Palazzo Serbelloni, sfila Ermanno Scervino. Uno dei nomi caldi che hanno ridato smalto alla moda fiorentina. E qui il panorama appare completamente diverso perché lo stilista dice di “essersi abbandonato a una dimensione glamour dégagée”. Ma questo è il linguaggio del fashion e non spiega le sensazioni che suscita il suo show, tra pantaloni mimetici e giacche a pied-de-poule gigante, brevissimi caban napoleonici e le infradito, sempre. Anche illuminate da una specie di polvere di cristalli. Tutto appare accostato apparentemente a caso in un’opposizione di momenti e situazioni sociali, sottolineato dall’attitudine con cui si indossano. Se la giacca, pur destrutturata, conserva un aplomb formale, il pantalone si allarga, scivola dalla vita, si appoggia sugli infradito in una camminata lenta, che le mani in tasca rendono più morbida. È la camminata dei popoli africani, degli immigrati che arrivano ancora sperduti nei Paesi che non li vogliono, dei ragazzi che sulle spiagge cercano di vendere qualche borsa o asciugamani. È l’altrove che diventa il nostro presente, senza mai alludere all’etnico. È quello che vediamo senza guardare, ma che si insedia nei nostri pensieri e suggestiona l’immaginazione.
mercoledì 24 giugno 2015
Moda Uomo 2015: Che cosa vediamo quando assistiamo a una sfilata?
Poi all’altro capo del mondo, e della città, nel magnifico e neoclassico Palazzo Serbelloni, sfila Ermanno Scervino. Uno dei nomi caldi che hanno ridato smalto alla moda fiorentina. E qui il panorama appare completamente diverso perché lo stilista dice di “essersi abbandonato a una dimensione glamour dégagée”. Ma questo è il linguaggio del fashion e non spiega le sensazioni che suscita il suo show, tra pantaloni mimetici e giacche a pied-de-poule gigante, brevissimi caban napoleonici e le infradito, sempre. Anche illuminate da una specie di polvere di cristalli. Tutto appare accostato apparentemente a caso in un’opposizione di momenti e situazioni sociali, sottolineato dall’attitudine con cui si indossano. Se la giacca, pur destrutturata, conserva un aplomb formale, il pantalone si allarga, scivola dalla vita, si appoggia sugli infradito in una camminata lenta, che le mani in tasca rendono più morbida. È la camminata dei popoli africani, degli immigrati che arrivano ancora sperduti nei Paesi che non li vogliono, dei ragazzi che sulle spiagge cercano di vendere qualche borsa o asciugamani. È l’altrove che diventa il nostro presente, senza mai alludere all’etnico. È quello che vediamo senza guardare, ma che si insedia nei nostri pensieri e suggestiona l’immaginazione.
lunedì 8 giugno 2015
Marc Jacobs 'per la sua nuova collezione sceglie due testimonial inaspettate!!
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